Aprilia Dorsoduro 750 nel test retrò: Italiana dal carattere senza tempo

Dorsoduro 750: Quanto è valida la moto di carattere di Aprilia dopo 15 anni?

Nel 2008, Aprilia ha osato con la Dorsoduro 750, realizzando un compromesso tra Supermoto e Naked Bike. Il motore V2 da 92 CV con acceleratore elettronico era all'avanguardia per l'epoca. Dopo 15 anni, il nostro test retrò dimostra che questa moto di carattere italiana si è rivelata sorprendentemente senza tempo, sia dal punto di vista tecnico che estetico.

Era una giornata soleggiata di aprile del 2008 quando atterrai all'aeroporto di Roma. Le aspettative erano quelle di sempre per le presentazioni stampa italiane: sperare nel meglio e prepararsi al peggio. Ma questa volta sarebbe stato diverso. La Dorsoduro 750 mi aspettava già una moto destinata a ridefinire il confine tra Supermoto e Naked Bike.

Aprilia Dorsoduro 750: La prima impressione non inganna mai

Ricordo ancora oggi il momento in cui vidi la test bike nera. Accanto c'era una versione impreziosita con cerchi dorati e design rosso, che mi affascinò subito finché l'organizzatrice dell'evento mi indirizzò verso la versione di serie. Ma anche senza accessori, la Dorsoduro emanava una presenza unica. Il telaio di alta qualità, il forcellone distintivo e le linee studiate rivelavano immediatamente: questa non è una moto qualunque.

Tra ragione e passione

Conoscevo già il motore V2 da 750 della Shiver, ma nella Dorsoduro si presentava decisamente più maturo. Il controllo elettronico dell'acceleratore (ride-by-wire) con tre diverse mappature Sport, Touring e Rain era un vero salto tecnologico per l'epoca. Con 92 CV e 82 Nm, la potenza si trovava esattamente nel punto ideale tra praticità quotidiana e divertimento di guida. Quello che mi colpì particolarmente allora fu la possibilità di affrontare un'intera tappa di montagna senza cambiare marcia, tanto era elastico il motore.

Esperienze a lungo termine dalla community

Dopo 15 anni si vede chiaramente: lo scetticismo iniziale nei confronti del controllo elettronico dell'acceleratore era infondato. Nei forum, i proprietari riportano un'affidabilità sorprendente del sistema. Tuttavia, nel corso degli anni sono emerse alcune tipiche debolezze. La pompa dell'acqua tende a perdere tenuta dopo circa 40.000 chilometri, e la catena secondaria richiede più regolazioni rispetto a modelli comparabili.

Sviluppo tecnico e manutenzione

La community ha dato al motore un giudizio sorprendentemente positivo. Le preoccupazioni iniziali riguardo all'elettronica non si sono avverate, anzi. La mappatura è stata ulteriormente migliorata nel corso della produzione attraverso aggiornamenti. Gli intervalli di manutenzione di 10.000 chilometri sono pratici, mentre il controllo del gioco valvole ogni 20.000 chilometri sul V2 risulta un po' più complesso. Una critica frequente è il serbatoio da 12 litri, che richiede soste frequenti per rifornire durante i viaggi.

Il test della Dorsoduro nel 2008 è stato molto divertente
Il test della Dorsoduro nel 2008 è stato estremamente piacevole.

L'andamento dei prezzi della Dorsoduro 750 mostra un'evoluzione interessante. Dopo la perdita iniziale di valore, il mercato si è stabilizzato tra 3.500 e 5.500 euro, a seconda delle condizioni e del chilometraggio. Esemplari ben curati della prima serie hanno addirittura visto un leggero aumento di valore un trend che si osserva frequentemente con le moto italiane di carattere.

Conclusioni dal punto di vista attuale

Ciò che un tempo iniziò come un audace tentativo in un nuovo segmento, si è rivelato uno sviluppo lungimirante. La Dorsoduro 750 era avanti rispetto ai suoi tempi in molti aspetti. Il controllo elettronico del motore, oggi standard, funzionava già allora sorprendentemente bene. Anche dopo 15 anni, la Dorsoduro riesce ancora a combinare efficacemente praticità quotidiana e utilizzo sportivo.

A chi si adatta oggi la Dorsoduro 750? Chi cerca una moto di carattere con tecnologia moderna e non vuole seguire il mainstream, trova in questo modello un candidato interessante. La potenza gestibile, la caratteristica docile e il telaio equilibrato rendono la Dorsoduro interessante anche per chi torna in sella. Tuttavia, è necessaria la volontà di accettare il temperamento italiano e pianificare soste frequenti per il rifornimento.

Guardando indietro, devo sorridere: lo scetticismo iniziale all'aeroporto di Roma era del tutto infondato. La Dorsoduro 750 si è rivelata sorprendentemente senza tempo sia nel design che nel concetto tecnico. Un vero attore di carattere nel senso migliore, che ha arricchito il mondo delle moto in continua evoluzione con una sfaccettatura affascinante.

CONCLUSIONE: Aprilia Dorsoduro 750 2008

La Dorsoduro 750 si dimostra una moto tuttofare ben bilanciata che riesce a trovare un equilibrio tra l'idoneità all'uso quotidiano e il piacere di guida. L'innovativo comando dell'acceleratore elettronico si è dimostrato affidabile e, insieme al caratteristico motore V2, consente un'ampia gamma di applicazioni. La combinazione di maneggevolezza per i principianti e potenziale sufficiente per i piloti esperti è particolarmente convincente. I pochi punti deboli tecnici sono ben documentati e prevedibili.


  • Tre curve di mappatura selezionabili con carattere diverso
  • motore molto elastico con ampio range di funzionamento
  • maneggevolezza di buon livello
  • pacchetto freni di alta qualità con mordente
  • telaio equilibrato
  • pratici intervalli di manutenzione
  • posizione di seduta adatta all'uso quotidiano
  • Il serbatoio da 12 litri troppo piccolo limita l'autonomia
  • la pompa dell'acqua mostra carenze dopo 40.000 km
  • è necessaria una regolazione frequente della catena secondaria
  • costoso controllo del gioco delle valvole ogni 20.000 km
  • telaio un po' troppo rigido alle alte velocità
  • protezione dal vento limitata

Articolo dal 22/03/2025 | 20.568 Visualizzazioni